giovedì 12 febbraio 2015

Un'incredibile sfilza di boh, in attesa di Conchita

Okkei, mi rimangio tutto.
tutte le promesse nazionalpopolari che avevo intravisto nella prima serata di Sanremo, nella seconda serata si sono sciolte come neve al sole. Quel mix sapientemente dosato di orrido e magnifico, di trash e intelligente, di idiota ed educativo si è ridotto ad una poltiglia informe. 
E va bene che è mercoledì, e va bene che la seconda serata non è mai nè carne nè pesce, e va bene che dopo la tortura sui social di Alessandro Siani nessuno più aveva il coraggio di fare niente che non fosse scritto e riletto da almeno sei occhi. Ma aspettarsi che tutta la serata la tenesse su l'attesa di una drag queen (benchè dal talento canoro innegabile, l'aspetto veramente e costantemente inquietante, e una allure da vera diva, come non ce ne sono più), vivaddio, mi è sembrato un po' eccessivo.

E, forse la noia, forse la distrazione, nemmeno le canzoni in gara mi sono sembrate poi cosi rilevanti: e si che c'erano i ritorni di Marco Masini e Raf, la pruriginosa attesa del brano di Anna Tatangelo (Ma "Libera" non è testo che ha ache fare con il fatto che si è lasciata con Gigi d'Alessio) l'unica che mi è rimasta in testa è stata quella dei Soliti Idioti che, perlomeno si è rivelata una canzonetta che un po' fa pensare. C'è chi ha poi scomodato Cochi e Renato: sospendo il giudizio, perchè potrebbe essere stata colpa dell'entusiasmo suscitato dall'unica canzone che mi ha risvegliato un po' dal torpore, ma un vago senso di "Canzone intelligente dei Soliti Idioti" me l'ha data.

Gli ospiti praticamente non me li ricordo più, tranne una: Conchita Wurst. Il che vuol dire che tutto il resto era solo una sfilza di siparietti in attesa della diva che ha dovuto esibirsi 3 minuti dopo lo scattare della notte per uscire da qualuque tipo di fascia protetta. E' stata davvero una "diva divina" anche nelle risposte alle domande sceme di Conti: quel ragazzo, davvero, si farà.

La sua mise non è stata però spettacolare come quella dell'Eurofestival, dove era davvero straordinaria per eleganza e aplomb:mi vien voglia di dire che le scollature profonde non le donano, e il suo nuovo taglio di capelli non sta bene con la barba... ma sono dettagli.

Meno un dettaglio, come ci segnalano dal divano, è stato il fatto che Carlo Conti continuasse imperterrito a chiamarlo Tom, il suo nome di nascita: un po' come se continuasse a chiamare Arisa Rosalba, o signora Pippa. Tra le quinte, il produttore esecutivo della Cei ha chiesto al conduttore di fare il falco con questa Fenice. Che, alla domanda "Ma dica un po', secondo lei la barba l'ha aiutata all'Eurosong?" (domanda spinta anche dall'invidiosissima Emma, da lei stracciata alla competizione europea)  ha risposto: "Certo che mi ha aiutato, insieme a molte altre cose. Ma se non l'avessi avuta, non mi sarei sentita completamente io". Chapeau.

Chi era perfetta da rimanere senza fiato era Charlize Theron, di una bellezza paralizzante. Troppo per noi, che eravamo completamente rincoglioniti dalla noia. Ora che ci penso, c'è stato anche un superospite italiano, che ha cantato alcuni dei suoi più grandi successi, e un omaggio a Pino Daniele: Biagio Antonacci. Ma, al contrario di Ferro - o, per dire - di Albano e Romina - Antonacci, non so perchè, non riesco a considerarlo un superospite. Sarà perchè non è il mio genere. Omaggio  Pino Daniele dignitoso, canzoni orecchiabili, commenti politicamente corretti. Insomma proprio niente da segnalare, a parte il fatto che portava i mocassini senza calze. Passato senza lasciare traccia persino Joe Bastianich, che stasera chi si annoia troppo può guardarsi nel suo vero splendore a Masterchef, e quasi quasi, anche Luca Argentero e Claudio Amendola (ma almeno loro sono simpatici si presentano bene ed era un bel siparietto sanremese).

Una considerazione a parte la meritano i comici, che nella stragrande maggioranza dei casi cadono nella maledizione di Montezuma di Sanremo: possono anche sbancare al botteghino, riempire i teatri, godere di fama e critica unanime: ma quando salgono su quel palco, mediamente, fan ca@re.
Quale terribile sorta di maleficio li colpisce? E perchè sembra che ne siano stati immuni, negli ultimi dieci anni, solo Claudio Bisio, la Littizzetto e Luca e Paolo? Hanno preso un antidoto? Sono caduti nella pentola della pozione magica da piccoli? Pintus, dopo Siani, sembrava la riscossa nazional popolare. Ma non ha cavato un ragno dal buco. A malapena, una brioche. Non parliamo poi dei finti giornalisti e non voglio ricordare altro. A questo punto, tremo per chiunnque si presenti su quel palco da giovedì in poi: prima proporrei di farli passare da un buon esorcista.   

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