mercoledì 19 febbraio 2014

Il Festival più brutto della storia

Il logo ufficiale del 1975
Qual'è stata l'edizione più brutta della lunga storia del Festival di Sanremo? Escludendo la risposta cinica che scatta in questi casi, ovvero: "questa", storici, critici e appassionati non hanno quasi mai dubbi al riguardo: l'edizione da dimenticare fu quella del 1975. Persino quella del 2004, a conduzione Ventura, non seppe fare di peggio.
Torniamo allora al '75: l'Italia è preda dei miniassegni e la crisi petrolifera manda tutti in giro a piedi, le Fiat 126 azzurrine e le 124 color mattone sono ferme nei garage. La Juve vince il suo sedicesimo scudetto, la pallacanestro Ignis Varese la quarta Coppa dei Campioni, Fellini vince il suo quarto Oscar con Amarcord, Thoni la quarta coppa del mondo di Sci Alpino, Dulbecco e Montale si aggiudicano il premio Nobel. E a Sanremo?
Gilda premiata da Mike
Al festival di Sanremo vince Gilda, con "Ragazza del sud". La cosa più buffa è che Gilda è di Biella; diciamo che se il festival fosse stato quello di Saint Vincent, il titolo sarebbe stato più coerente.
Nel cast, davvero pochi i nomi noti, e nessuno di primo piano; il festival '75 sembra davvero fatto coi fichi secchi, anzi, per l'esattezza è fatto dalla Giunta Comunale, con l'allora assessore al Festival Napoleone Cavaliere che sceglie i brani e in beata autonomia li abbina ai cantanti a disposizione (ovviamente tutti sconosciuti perché le case discografiche si erano sottratte al gioco). Si dice che nei giorni del festival l'assessore avvicinasse i giornalisti e, offrendo colazioni sontuose e donando loro portachiavi e altri gadget di un certo valore, li implorasse di non essere troppo cattivi nelle loro corrispondenze, col Festival '75. Quell'anno comunque qualcosa di memorabile al Festival c'è: una scenografia forse tra le più belle della sua storia, concepita da Natale Neri e ispirata allo stile liberty che dilaga nella città dei fiori: peccato che il blu e il viola della scena li possano ammirare solo gli spettatori dell'Eurovisione, perché in Italia Mamma Rai trasmette ancora nell'austero bianco e nero. Conducono Mike Bongiorno e Sabina Ciuffini, ma le tre serate sono diffuse solo per radio, la TV accende le sue camere solo per la finale, e di questa serata non è oggi rimasta alcuna traccia negli archivi.
La scenografia liberty
Tra i brani, il nonsenso di "Sola in due", l'approfondimento scientifico di "Scarafaggi", l'ottimistica "La paura di morire", la sincerissima "Ipocrisia", la matura e responsabile "Decidi tu per me". Tra gli interpreti, scegliendo a caso tra i più famosi: Goffredo Canarini, i G-Men, i Quintafaccia e le Nuove Erbe. Una canzone, sospettata di non essere inedita, intitolata "1975… amore mio" non fa in tempo ad essere squalificata perché gli uffici per depositare l'esposto quel giorno erano chiusi per sciopero.
Fin qui, la ricostruzione di prassi. Poi però si potrebbe fare un piccolo sforzo di interpretazione storica, e allora si scoprirebbe che questo Sanremo 1975 è uno dei più interessanti della fase di mezzo del festival e tra i più rappresentativi dello spirito dell'epoca. Forse dunque sarebbe più giusto osservare che era proprio il momento storico a non essere un granché.


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