E' questa:
Ieri sera, quando ormai era già quasi diventato oggi, nel momento della proclamazione dei primi tre, quella scena mi è venuta in mente, come se la stessi rivedendo. Mentre ancora tutti inneggiavano a Bitossi-Renga, che aveva sbaragliato al televoto per tutte le giornate del festival, la giuria di qualità lo estrometteva dai primi tre, lasciando ad Arisa-Basso campo libero per la volata finale.
Poi, con tutta calma, sono venuti fuori i "ve l'avevo detto io", e gli "era già tutto previsto" sulla sua vittoria: in quel momento li, però, siamo rimasti tutti con il naso in mezzo alla faccia.
Perchè tutto ci immaginavamo, anche che Renga non vincesse: ma che non figurasse nemmeno tra i primi tre, no.
E invece così è stato: e il trio dei finalisti è stato Arisa, Raphael Gualazzi e Renzo Rubino. Un trio lontano anni luce dalla tradizione sanremese: fatta salva, ma solo parzialmente, la vincitrice. Soprattutto, un trio dove non c'era il più votato dalla gente.
Una roba stranissima.
Alla fine, francamente sono stata contenta che Arisa abbia vinto: una vittoria "colta" di Gualazzi o Rubino sarebbe sembrata contro natura sulla Riviera dei fiori ... Certo però che una situazione del genere e il modo in cui è stata conquistata la vittoria finale ha lasciato tutti di stucco, Arisa in primis. Lasciando un amaro in bocca immeritato, magnificamente sintetizzato da questo tweet:
E' proprio vero che Sanremo sembra fuori dal mondo, ma è lo specchio della realtà.....
Questo mi è rimasto dell'ultima giornata del festival.
Certo, potrei dirvi anche dell'emozione di un miniconcerto di Ligabue, o della scoperta Stromae, o del fatto che - vivaddio - nella finale sono tornati i vestiti sanremesi: quelli o meravigliosi o tremendi, ma comunque da commentare. O anche del fatto che Crozza, di norma meraviglioso, a Sanremo proprio non va. Alla fine di tutto l'ambaradan, però, conta solo chi ha vinto e perché: e sulla vittoria di Basso vi dò appuntamento all'anno prossimo.