L'edonismo reaganiano in salsa festivaliera ha i tratti di Al Bano e Romina, Toto Cutugno, i Ricchi e Poveri... cosa sarebbero i nostri anni '80, e il festival di Sanremo, senza di loro?
E infatti, anche nelle edizioni in cui si possono proporre impunemente fra i big i Marta sui Tubi, non si può non coinvolgerli, elevandoli addirittura al rango di Superospiti: nel giro di pochi anni la loro metamorfosi è impressionante: da beniamini del pubblico sono passati a stanchi habituè della Riviera, poi a vecchie glorie e infine a superospiti... nello spettacolo - come diceva il Gianni nazionale (che non è il marito di Maria Nazionale, è Morandi) - "finchè non suona la campana, vai".
Comunque, negli anni '80, non era tutto oro quel che luccicava: quelle stagioni del festival erano sovente macchiate da voci di combine, sospetti, veleni che spesso trapelavano fino a diventare costume (vedasi le copertine di TV sorrisi e canzoni dedicate ai vincitori ancora prima che iniziasse il festival). Nell'84 - nell'anno in cui vinsero i coniugi Carrisi - a chi gli chiedeva un pronostico, il potentissimo discografico Freddy Naggiar, boss della Baby Records di origini egiziane, dichiarava tronfio: "Vinco tutto io". E lo fece, piazzando al primo posto Albano e Romina e al secondo posto Toto Cutugno con Serenata. (Poi aveva in gara Pupo, Drupi e altri ancora). L'anno successivo, vinsero i Ricchi e Poveri, al terzo posto si classificò la rediviva Cinquetti, tutti sempre della stessa scuderia; com'era possibile? A quei tempi, i vincitori erano designati dalle cartoline Totip: più schedine giocavi, più avevi cartoline per votare i cantanti; i maligni sostengono che con un investimento di circa 200milioni dell'epoca si potevano acquistare pacchetti di voti sufficienti per arrivare al podio. Voci maliziose e ovviamente mai dimostrate sostengono che in quell'85 il "Faraone"abbia totalizzato una lunga serie di "12" e "11" al Totip, portandosi a casa anche diverse auto sportive quell'anno messe in palio.
Insomma, mentre in Riviera AlBano gorgheggiava che la felicità è "un bicchiere di vino con un panino" e i Ricchi e Poveri filosofeggiavano che "se il mondo è strano, sarà perchè ti amo", schiere di collaboratori passavano le giornate in fila alle ricevitorie a giocare le schedine. Ma del resto, come diceva Cutugno? "Con la schedina tra le dita, puoi cambiare la tua vita".
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