giovedì 14 febbraio 2013

Ariston, il palco dei drammi


La tragedia che ha colpito il cantante dei Ricchi e Poveri Franco Gatti, la morte del giovanissimo figlio Alessio, è soltanto l'ultima di quelle che hanno punteggiato la storia del Festival, con effetti più o meno vistosi sullo spettacolo canoro. Ovviamente quella rimasta nella memoria di tutti è stata la misteriosa vicenda di Luigi Tenco, morto suicida - così dice la cronaca, ma molti dubbi sono stati avanzati nel tempo al proposito - in una stanza dell'hotel Savoy la sera in cui apprese che la sua canzone "Ciao amore ciao" non era stata ammessa alla finale. Correva l'anno 1967. Mike Bongiorno, quell'anno alla conduzione, liquidò con una certa sommarietà la notizia, che invece toccò nel profondo l'ambiente delle spettacolo, come testimonia la volontà - per la verità presto rientrata - del cast canoro di sospendere il festival e le lacrime di Lello Bersani mentre incideva il suo servizio per il TG della sera, sulla soglia della camera di Tenco.
Nel 1987, toccò invece a Pippo Baudo annunciare in diretta, a pochi minuti dalla proclamazione del vincitore, la scomparsa di Claudio Villa, quattro volte primo classificato al Festival e protagonista assoluto dell'età pionieristica della rassegna. Morandi, quell'anno vincitore con Ruggeri e Tozzi e grande amico/rivale di Villa fin dai tempi delle Canzonissime anni '60, usci in proscenio a ritirare il trofeo praticamente in lacrime.
Negli anni '90 suscitò molta emozione - anche se a posteriori - la prematura scomparsa di Alessandro Bono, sul palco dell'Ariston pochi giorni prima di morire per una grave malattia con il brano "Oppure no", nel 1994; in quel '94 ultima apparizione in pubblico e all'Ariston anche per un altro grande big della musica leggera italiana: Ivan Graziani.
Sempre con molta discrezione, anche Giuni Russo scelse il festival per fare la sua ultima apparizione in pubblico, con il brano "Morirò d'amore", in una performance - si dice - concordata con Baudo proprio per essere un intenso testamento artistico all'insaputa del pubblico. L'artista si esibì con un tatuaggio all'hennè che le ricopriva interamente il capo, reso calvo dalla terapia anticancro che aveva appena concluso senza successo.
Infine, è ancora viva l'emozione del ricordo di Lucio Dalla, l'anno scorso in gara con Pierdavide Carone quarant'anni dopo l'ultima sua partecipazione (Piazza Grande, 1972) morto improvvisamente pochi giorni dopo la fine del festival. Sipario.

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