sabato 16 febbraio 2013

La finale, il punto G del Festival

Siamo arrivati al punto G della settimana festivaliera: la finalissima. I più avveduti schiacciano una pennichella nel pomeriggio per riuscire a tirare le ore piccole stanotte; nella memoria ci sono ancora le interminabili sei ore dell'edizione del 1985, finita oltre le due di notte nella catalessi generale. In scaletta, oltre alle trenta (30!) canzoni in gara, figuravano decine di ospiti, eccoli: Duran Duran, Sade, Katia Ricciarelli e Amedeo Minghi, Baglioni, Jermaine Jackson e Pia Zadora, Gino Vannelli, Claudia Mori, Frankie goes to Hollywood, Village People, Spandau Ballet, Sam Harris, Chaka Khan, i Talk Talk e Claudio Villa; purtroppo non partecipò per un problema di aereo l'attesissimo Phil Collins.


Sperare in un sano contingentamento dei tempi eviterebbe rovesci storici come quelli del 1977 e del 1991, quando i vincitori non vennero proclamati all'interno del Festival, ma dai TG che li seguiva. Nel 1972 un celebre intoppo guastò la festa proprio al momento della proclamazione a un Mike davvero contrariato: il nominativo vincente doveva essere visualizzato sullo schermo di un "calcolatore elettronico", magnificato da Mike come "il futuro del mondo" (e non sbagliava del resto), ma l'enorme Olivetti rimase muto per interminabili minuti di diretta eurovisione, fin quando Bongiorno non si rimangiò la sua profezia e disse verso le quinte: "c'è qualcuno che mi scrive il nome del vincitore su un pezzo di carta e me lo fa avere? Le cose vecchie sono sempre le migliori!". Con tanti saluti a Bill Gates e Steve Jobs.

La prima gaffe della storia del Festival avvenne proprio alla fine della prima finale della storia, nel 1951: il presentatore Filogamo chiamò sul palco l'autore del brano vincente (Grazie dei fior), il maestro Seracini; non vedendo nessuno, pensò di cavarsela con una battuta: "I musicisti sono tutti mammolette vergognose"; dovette prendere il microfono un orchestrale per spiegare nel gelo generale che il maestro Seracini era un povero infermo ormai incapace di muoversi da casa.
Fu invece poco galante Renzo Arbore nell'86, quando bruciò alla presentatrice Loretta Goggi la sorpresa e annunciò che il vincitore era Eros Ramazzotti: la Goggi ci rimase malissimo, guardare il filmato per credere. Insomma, tutti pronti? E nel tifo di questa sera, ricordiamoci che da Bobby Solo a Povia, da Tony Renis a Ramazzotti, il Festival spesso paga la vittoria con un'edizione di ritardo. Elio, secondo nel '96, è lì che aspetta.

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